martedì 28 luglio 2009

UDC: Le mani in pasta

Nell’assemblea generale dell’Unione di centro è stata ribadita la linea delle cosiddette mani libere. O meglio i centristi intendono stabilire alleanze di volta in volta ora con il Pdl ora con il Pd, mantenendo però la barra al centro. Prendendo la parola il leader Pierferdinando Casini ha confermato questa visione dell’Udc quale perno delle alleanze politiche in Italia. Si tratta ovviamente di un tentativo per uscire dal sendwuich in cui è stato ricacciato dal bipartitismo bastardo. Ma da questo a sentirsi perno centrale delle alleanze e soprattutto un partito libero ce ne passa. I centristi non disdegnano affatto l’occupazione delle poltrone, come dimostrano le diverse alleanze regionali e locali. Però questa supponenza di sentirsi al centro del mondo è ridicola. Non sarà certo Casini a condizionare la politica del governo Berlusconi, né sul tema dell’immigrazione né sul tema della sicurezza. Su questi temi la posizione dei centristi è molto blanda e propedeutica agli interessi d’Oltretevere e non certo dei cittadini. Intanto in prospettiva del voto regionale del 2010 e quindi delle alleanze il leader dell’Udc ha precisato che se ne discuterà in autunno. Per il momento il ruolo è quello di rompiballe. “Non mi preoccupa quello che pensa Berlusconi o Franceschini -spiega Casini- ognuno è artefice del suo destino. Ognuno fa il suo gioco e noi facciamo il nostro”. Poi l’allievo cresciuto nella pancia della ex Balena bianca ha puntato l’indice sulle contraddizioni interne alla maggioranza, in primis sulla questione delle missioni di guerra. E dice che quanto sta accadendo sull’Afghanistan, dove la lega ha preso posizione contro la permanenza dei nostri militari, è la dimostrazione che la luna di miele tra Bossi e Berlusconi è finita. “Ma pensiamo davvero che sia serio un ministro, Umberto Bossi, che dice tutti a casa?”, questo l’interrogativo del leader dei centristi che poi aggiunge che così si umiliano i sacrifici dei nostri militari in un momento di forte difficoltà sul terreno afghano. Eh già la guerra sporca si veste di missione umanitaria ma poi quando arrivano le bare o i feriti avvolti nel tricolore allora arrivano le solite tesi ipocrite. Siamo lì per portare la democrazia, questo il refrain che ci propinano dal un bel po’ di anni a questa parte questi servi degli interessi yankee. E questa parte di Casini da professorino che richiama gli alunni discoli che intendono mettere in dubbio questa collaudata linea delle guerre umanitarie imposte dal padrone yankee non fa che aumentare la nostra rabbia nei confronti di questi imbelli. Abbiamo portato morte e distruzione delle culture altrui, altro che democrazia. Anche l’intervento di Lorenzo Cesa si è fossilizzato sulla logica delle alleanze per non restare prigionieri ora dell’uno ora dell’altro. Questo vuol dire che faranno affari con tutti, come hanno sempre fatto. Anche se fingono di avere le mani pulite. L’attuale difficoltà dei due partiti egemoni, il Pd in una fase di friggitura e il Pdl invischiato nella questione del buco della serratura, creano nell’Udc l’illusione di poter essere ago della bilancia delle future alleanze. Ma così non è. A Casini piace stare con le mani in pasta e per questo cerca visibilità e alleanze.

Fonti: http://www.rinascita.info/cc/Prima_Politica/EkulZluyEpAjNcjeHq.shtml