mercoledì 25 novembre 2009

L'acqua non si tocca!

Ormai dovremmo essere abituati ai continui attacchi alle vere libertà e ai veri diritti di tutti gli italiani e non a quelli beceri e demagogici sponsorizzati sempre più dai nostri politicanti insieme ai mass media. L'ultima trovata, che era in programma già da tempo, riguarda la privatizzazione o, in termine strettamente tecnico, liberalizzazione, della gestione del servizio idrico. La parola liberalizzazione, al contrario di quello che si potrebbe pensare, deve dare una sensazione di pericolo, deve essere percepita come tetra, buia soprattutto se vicino a termini quali gestione del servizio idrico o di qualsiasi altro bene cosidetto "comune", appartenente cioè a tutti.
Ciò che si è fatto, in sostanza, è quello di affidare PER LEGGE la gestione dell'acqua in mano ai privati che per ovvietà, considerando la portata economica dell'oggetto in questione, saranno multinazionali che già speculano sulle nostre tasche quotidianamente e, fino ad ora, non sono di certo mancate le lunghe mani delle banche attraverso il possesso di titoli azionari, soprattutto nel momento in cui i Comuni non reggevano più i costi della privatizzazione stessa nei casi in cui il processo di liberalizzazione aveva già avuto un triste avvio in un regime giuridico comunque diverso rispetto a quello che si è messo ora in atto.
Un processo diabolico che la storia già ci ha inseganto essere catastrofico, sia in Italia negli esempi della Toscana e di Latina, sia in città estere come Parigi dove il comune, dopo 25 anni, ha deciso di rendere nuovamente pubblica la gestione del servizio perchè a fianco alla diminuzione dei consumi di acqua e al peggioramento dei servizi erogati e garantiti, i costi aumentavano.
Ma i privati, com'è normale che sia, devono seguire solo una logica: quella del profitto. E la scelta politica del PD, del PDL, dell'UDC e della Lega Nord di affidare la NOSTRA acqua nei tentacoli del mondo privato dovrebbe farci pensare a quello che è il Governo, che con populismo si è fatto portavoce dei bisogni degli italiani, ingannandoli, e dell'opposizione, che opposizione proprio non è. La conclusione logica è che i partiti oggi presenti in Parlamento, essendo figli dello stesso pensiero (quello liberale in ambito sociale e liberista in quello economico) non possono far altro che essere d'accordo su tutto. O quasi: ovviamente ciò che li fa litigare e li rende partecipi di ampie discussioni, litigi e botta e risposta che sempre più spesso cadono nel volgare è solo ed esclusivamente la spartizione delle poltrone e del potere territoriale.
Questi signori, come sempre, in cambio avranno dalle aziende qualche poltrona di controllo dove piazzeranno questo o quell'altro appartenente ad un partito politico che se ne frega del benessere dei cittadini ma che ha a cuore solo il proprio portafoglio, accumulando stipendi, poltrone ed errori che andranno a gravare sulle tasche dei cittadini (tristissimo esempio è quello dell'Alitalia).
Forza Nuova, da sempre, sostiene che l'acqua non può essere considerata e disciplinata giuridicamente come un qualsiasi altro bene privato di mercato e ha portato avanti battaglie in difesa dei cittadini anche attraverso l'istituzione del "Progetto H2O", che aveva come scopo "l'unione di movimenti, partiti e persone, che, senza alcun scopo personalistico, costituissero una associazione avente per fine la difesa del pubblico mercato dell’acqua, il controllo sociale delle tariffe e la salvaguardia delle municipalizzate dagli interessi speculativi di singole persone o di aziende private".
E’ ovvio, sia per compensare i costi di gestione degli impianti, sia per evitare degli sprechi, che l’acqua debba avere un costo, ma questo non deve essere fonte di guadagno ma capitale economico destinato a mantenere la struttura dell’azienda distributrice, che deve essere pubblica e senza scopo di lucro.
Il settore in questione, poi, è applicato in maniera monopolistica (una e non più di una azienda di gestione e distribuzione per area municipale) e riguarda un servizio a domanda garantita visto che nessuno può fare a meno dell'acqua. Ed è chiaro che se tutti chiedono e uno solo può dare, quest'ultimo ha la possibilità di applicare tariffe fuori da ogni norma morale e ad ogni principio di politica sociale. Ovviamente con il bene placido di enti ed istituzioni politiche ed amministrative.
Ed ecco qui che si innesca il circolo vizioso: le bollette aumentano, i cittadini consumano sempre meno acqua, le aziende non riescono a fare i profitti.
Come risolveranno la questione?
In due modi:
1) aumentando sempre più la tariffa base.
2) chiedendo aiuto alle istituzioni che, SEMPRE PER LEGGE, garantiranno ai privati dei ricavi.
E così accade che la differenza tra i ricavi garantiti per legge dai politici e quelli effettivi dei privati la paga sempre il cittadino, nella bolletta.
Bolletta che avrà in sè:
COSTI DELL'ACQUA CONSUMATA + SERVIZI (PESSIMI) EROGATI (SE EROGATI) + PROFITTO DELLE AZIENDE (garantito per legge dai politici che TU hai eletto).
Questa è l'Italia, ed è proprio il casi di dirlo, liberata e liberalizzata.

Stefano Barone
Responsabile Cittadino