venerdì 21 agosto 2009

Casalinghe stipendiate subito!

Da quasi 30 anni si discute, nonostante la bassa propaganda mediatica sull'argomento, della possibilità o meno di stipendiare le casalinghe. A far tornare d'attualità la questione qualche mese fa è stato il cardinale Ennio Antonini, "ministro della famiglia" del Vaticano. Come detto prima questo è un dibattito che parte dagli anni '80, quando iniziarono a diffondersi le prime organizzazioni di categoria che fecero del riconoscimento del lavoro svolto tra le mura domestiche il proprio cavallo di battaglia. L'ipotesi diventa politica nel 1982 grazie ad Adriana Polibortone (all'epoca segretaria nazionale delle donne missine, attualmente leader del partito politico "Io Sud") che deposita in Parlamento le firme raccolte per una proposta di legge d'iniziativa popolare sull'attribuzione di un assegno mensile alle casalinghe. L'idea, però, è sempre rimasta sulla carta nonostante la sentenza del 6 Novembre 1997 della terza sezione civica del "Palazzaccio" che segnava pari dignità, al fine del risarcimento del danno, del lavoro sia dentro che fuori casa (arrivando a definire le casalinghe come veri e propri manager dell'azienda famiglia e individuando anche il parametro base da tenere presente nella monetizzazione del rimborso: lo stipendio di una collaboratrice familiare "con gli opportuni adattamenti per la maggiore ampiezza dei compiti svolti da una casalinga"). La pronuncia della Suprema Corte aveva lasciato presagire grandi speranze. Le conquiste ottenute fino ad ora riguardano solamente l'ambito pensionistico e assicurativo. Dal 1999 infatti tutte le casalinghe tra i 18 e i 65 anni hanno l'obbligo di stipulare un'assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico tramite il versamento all'Inail, entro il 31 Gennaio di ogni anno, di 12,91 euro ogni 12 mesi. Questo strumento non ha avuto forte risposta tra la fascia interessata: circa la metà delle 6 milioni di casalinghe non si è avvalsa di tale facoltà. Attualmente sono quattro le proposte di legge depositate: due sull'assicurazione Inail e due sullo stipendio delle casalinghe; presentate rispettivamente da esponenti dell'Udc e del Pdl. Proprio per questo motivo si fa sentire il cardinale Antonelli. Ora non rimane che aspettare la risposta del Parlamento. Quasi trent'anni tra discussioni e proposte e nulla è stato fatto. Che si tratti di semplice propaganda di basso livello con lo scopo utlimo di racimolare qualche simpatia in più tra gli elettori ce lo fanno pensare gli anni trascorsi e il fatto che certi argomenti tornino di moda soltanto durante la campagna elettorale! Noi, intanto, pensiamo a tutte le nostre casalinghe che con dignità e onore portano avanti casa e famiglia, senza alcun riconoscimento economico degno di essere così chiamato! Per questo chiediamo e pretendiamo che si prenda una decisione forte e chiara subito sulla questione: l'opera svolta dalle casalinghe tra le mura domestiche è preziosissima e non è facilmente misurabile economicamente perchè, se paragonato ad un lavoro, comprende specializzazioni che nulla hanno a che fare tra loro. Alle soglie del 2010, invece di incentivare il lavoro di badanti rumene e filippine, lo Stato dovrebbe sostenere economicamente le donne madri italiane che decidono di dedicarsi alla propria famiglia che rimane, nonostante i molteplici attentati alla stessa, il perno centrale e il punto di riferimento di una società sana da salvaguardare.
Forza Nuova Parabita
Cuib - "Carlo Falvella"