venerdì 2 ottobre 2009

L'assenteismo di PD e UDC e l'approvazione definitiva dello Scudo Fiscale

E' questione di poche ore, oramai. Nella giornata di domani, stando alle ultime prese di posizione del Presidente della Camera Gianfranco Fini, che punta ad una rapidissima approvazione del provvedimento, la Camera avrà approvato la legge correttiva al decreto-legge anticrisi.L'impianto complessivo della legge è quantomai somigliante ad un palliativo anti-crisi più che ad un vero provvedimento governativo. E i dubbi sulla sua correttezza espressi dal Presidente Napolitano in estate e dal Presidente Fini oggi non ne rafforzano troppo l'immagine.Un'immagine già messa a dura prova dal contenuto stesso del decreto, che unisce in un'unica legge l'istituzione di un nuovo condono fiscale da una parte ed il ripristino immediato dei pagamenti tributari per la popolazione sfollata dell'Aquila dall'altro.Se non altro risulta evidente il filo conduttore ed il principio ispiratore di questo "pacchetto anti-crisi": la spasmodica ed irrazionale ricerca di nuovi introiti per le casse dello Stato.Anziché pensare ad una più logica tassazione sulle rendite, ad una riduzione delle spese militari (la sola missione in Afghanistan cresce di circa il 50% ogni anno), all'aumento delle pene pecuniarie per i reati di tipo fiscale ed amministrativo e via dicendo, l'esecutivo ha preferito istituire una vera regalia di Stato ai più grandi evasori fiscali d'Italia (5% l'imposta sui grandi patrimoni evasi attraverso il deposito in conti bancari esteri, con garanzia di anonimato e non procedibilità per processi relativi a falso in bilancio e occultamento di documenti) e, al tempo stesso, correre a riprendersi quanto concesso "magnanimamente" per 10 mesi alla popolazione aquilana (il peggior trattamento fiscale mai riservato negli ultimi tempi ad una popolazione terremotata).Grandi evasori fiscali pagheranno circa il 15% del dovuto. Gli sfollati dell'Aquila il 100%. Ma in 24 comode rate.In questa occasione l'opposizione ha dato una grande prova di fermezza e di unità d'intenti, producendosi in un intenso ostruzionismo senza sosta, durato diverse ore. Un ostruzionismo che avrebbe dato i suoi frutti se solo i contestatori dello scudo fiscale avessero combattuto fino all'ultimo.L'immagine data ieri dalle opposizioni parlamentari alla Camera è paragonabile a quella di un pugile esordiente che mette in difficoltà il campione in carica dei pesi massimi, dominando tutti e 12 i round, per poi abbandonare il ring senza motivo ad un secondo dalla fine.Nel pomeriggio di ieri era in programma il voto sulle "pregiudiziali di costituzionalità" del provvedimento, richieste, come da consuetudine, dall'Italia dei Valori.242 erano i voti richiesti per riuscire a cestinare l'intero provvedimento. La pregiudiziale è stata respinta con 267 voti contrari e 218 favorevoli (compresi i 3 PD risultati "erroneamente" non votanti).Le opposizioni avrebbero avuto bisogno di 50 voti in più. Gli assenti di PD, IDV e UDC (esclusi i deputati in "missione") erano 57.2 gli assenti tra i dipietristi, 6 nell'UDC, 49 nel PD. Praticamente un deputato su quattro. Tutti i big del PD erano lontani dall'aula in quel momento: Bersani, Franceschini, Livia Turco, Barbara Pollastrini, Fioroni, Levi, Carra, Calearo, D'Alema, Damiano. Rigorosamente accompagnati dal segretario UDC Cesa.Sarebbe bastata la stessa compattezza dimostrata dal centrodestra (10% di assenti contro il 20% del centrosinistra) per colpire irrimediabilmente il provvedimento.Ma d'altronde si sa che "compattezza" e "centrosinistra" non sono parole conciliabili. A meno che non si parli di Afghanistan. O di privatizzazioni.

Fonti: http://alessandrotauro.blogspot.com/2009/09/lassenteismo-di-pd-e-udc-e.html